martedì 12 gennaio 2010

L'Italia è indenne dal rischio terrorismo ?


Le realtà di Rosarno ed il pericolo terroristico in Italia

Essere ancora convinti che l’Italia è ancora indenne da un pericolo terroristico come poteva essere nel periodo storico contraddistinto dalle intese gestite da iniziative riconducibili alla politica estera di politici come Andreotti o Moro potrebbe essere estremamente pericoloso. Altrettanto rischioso è valutare come eventi di scarsa importanza episodi come quelli del fallito attentato alla Caserma S. Barbara di Milano o del recente arresto di un gruppo di algerini a rischio di terrorismo. Azzardate anche le scelte di concentrare l’impegno di intelligence sulle moschee o sui poli di aggregazione islamica presenti in Italia come se fossero gli unici volani di possibile azioni terroristiche, dimenticando aggregazioni come quella “scoperta improvvisamente” a Rosarno, in Calabria solo perché abitate da africani o non da popolazioni provenienti dal Medio Oriente, uniche ormai a rappresentare per l’immaginario collettivo un rischio eversivo. Realtà che, invece, possono nascondere vere e proprie basi terroristiche, rappresentare fonti di reclutamento di personale e basi logistiche di supporto, anche per il grado di indigenza generalizzata che spesso contraddistingue la popolazione di simili insediamenti. E’ pericolosissimo, infatti, identificare il possibile terrorista solo in chi proviene dal Medio Oriente o dall’Africa settentrionale dimenticando che per anni Al Qaeda è stata ospitata e lo è tuttora, proprio in Africa e che il fondamentalismo islamico ha origini lontane, in Sudan, in Somalia ed in molte regioni dell’Africa sahariana.
Rosarno, invece, dovrebbe rappresentare un’occasione di verifica per capire quanto in Italia organizzazioni malavitose come la 'ndrangheta e la mafia possano essere fiancheggiatrici di possibili organizzazioni terroristiche alle quali potrebbero offrire copertura e supporto logistico in cambio di favori nei settori del commercio della droga, del traffico di armi e di quello possibile di esseri umani. L’anello debole di qualsiasi struttura terroristica “dormiente” ma pronta ad operare non è, infatti, l’esigenza di disporre dell’esplosivo o delle armi per compiere un determinato attentato, piuttosto quella di un sostegno logistico, di disponibilità economiche e di documenti contraffatti e di copertura affidabile, che solo realtà locali malavitose radicate sul territorio possono garantire con una certa affidabilità.
Aggregazioni come quella di Rosarno possono, quindi, rappresentare appropriate entità in cui potrebbero celarsi cellule dormienti o comunque disperati pronti ad agire per motivi ideologici o contingenti, facile preda di chi ha il mandato di organizzare una struttura terroristica pronta ad operare. Specialisti, anche, in grado di auto costruirsi l’esplosivo e preparati a scegliere e reclutare la manovalanza per compiere un possibile attentato. Costoro per operare hanno bisogno, però, di un appropriato sostegno logistico. Il collegamento con chi gestisce l’evento terroristico da lontano e quanto necessario per realizzarlo sul posto come il reperimento delle materie prime per fabbricare l’esplosivo, la disponibilità degli inneschi e dei dispositivi di attivazione, tutto in una cornice di copertura impermeabile.
Garanzie che il tessuto malavitoso locale può assicurare con elevata affidabilità in quanto ha un capillare controllo del territorio incrementato dalla garanzia dell’anonimato assicurato dalle realtà aggregative come quella di Rosarno che la malavita può gestire proteggendone l’esistenza nel tempo e favorendone, all’occorrenza, l’immediata nebulizzazione.
La contropartita potrebbe essere rappresentata da rifornimenti di droga proveniente da aree di produzione intensiva come l’Afghanistan, non a caso anche patria di Al Qaeda e del terrorismo internazionale.


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