giovedì 4 febbraio 2010

A Kabul si muore, alle Maldive si tratta


Ieri 3 febbraio 2010 un nuovo attacco contro i militari NATO in Afghanistan. Un blindato italiano “Lince” alle ore 13,20 locali è stato oggetto di un agguato terroristico utilizzando un IED (Improvised Explosive Device) che è esploso al passaggio del mezzo. Per fortuna non risulta che ci siano state conseguenze gravi per i nostri soldati, solo un contuso ricoverato in Ospedale per accertamenti. L’attentato è avvenuto a ridosso dei confini con l’Iran, a pochi chilometri da Shindand dove si trova una base operativa avanzata degli italiani contro una pattuglia che rientrava da una missione di “Key Leaders Engagement” (ndr : fonte Corriere della Sera - Esteri 3 feb. 2010). Attività di “ricognizione operativa” che porta a contattare la popolazione nei villaggi per acquisire utili elementi di conoscenza sull’area in cui operano le forze di sicurezza afghane e i militari della missione Isaf della Nato. Un episodio che ancora una volta conferma la volontà degli insorti afgani di non abbandonare il terrorismo, soprattutto coloro che gestiscono traffici illeciti in particolare verso l’Iran. Scambi di droga, armi e forse anche di sistemi e tecnologie moderne per la realizzazione dei potenti IED di nuova generazione. Oppure, considerando i modestissimi effetti dell’esplosione, solo un avvertimento all’Italia concretizzato poco dopo l’intervento del Presidente del Consiglio al Parlamento israeliano, in occasione del quale sono state rivolte puntuali critiche all’Iran e sono stati auspicate sanzioni internazionali nei confronti del regime iraniano. Ipotesi o certezze è difficile dirlo conoscendo la realtà afgana. Comunque è sicuro che la componente oltranzista che fa riferimento al Mullah Omar, fino ad ora non ha risposto agli inviti di Karzai ma seguita a combattere la guerra occulta del terrorismo ed che il 23 e 24 gennaio u. s. alle Maldive sono stati avviati i primi contatti fra esponenti talebani ed il Governo di Karzai. Lo riferisce alla stampa il deputato afgano Sayed Jamal Fakuri, che vi ha partecipato insieme ad altri ministri del Governo di Karzai.
Dalle intenzioni si è giunti quindi ai fatti convocando al tavolo delle trattative, seppure in via informale, una componente protagonista del conflitto armato quanto meno sicuramente alleata di coloro che sono soliti rivendicare atti terroristici contro le Forze di interposizione della NATO, peraltro con il coinvolgimento della popolazione civile.

4 Febbraio 2010

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