martedì 9 febbraio 2010

Le ultime minacce di Al Qaida

Said al Sheri il numero due di Al Qaida dichiarato morto dal governo dello Yemen dopo che a dicembre 2009 erano state bombardate basi dell’organizzazione terroristica nel Paese, è invece vivo e vegeto. Con un messaggio audio diramato su Internet ha, infatti, chiamato a raccolta i sui adepti inneggiando alla guerra santa (jihad) contro l’Occidente ed in particolare nei confronti di Israele. Lo ha fatto con un approccio diverso rispetto ai vari proclami del passato, sicuramente più completo non avendo preannunciato solo generici attacchi terroristici ma avendo descritto un preciso obiettivo di rilevanza strategica: il Golfo di Aden. Un target importantissimo in quanto il Golfo è la via marittima di comunicazione con il Mar Rosso e, quindi, con il canale di Suez. Una rotta di primaria importanza la cui interdizione potrebbe avere ricadute pesanti per le economie occidentali ed in particolate per Israele. Con ogni probabilità siamo di fronte all’ennesimo proclama di un irriducibile della guerra terroristica quale è Said al Sheri reduce dalla prigionia di Guantanamo dopo essere stato braccio destro di Bin Laden, ma le dichiarazioni non possono essere semplicisticamente considerate come una “chiamata jihadista” con valenza solo propagandistica. Potrebbe essere, invece, un messaggio ai militanti di Al Qaida che operano e si addestrano in Somalia sull’altra riva del Golfo di Aden proprio di fronte allo Yemen, per sottolineare l’esistenza di un link operativo attivo con una delle fazioni più consistenti dell’organizzazione terroristica. Una risposta alla dichiarata disponibilità di “varcare il tratto di mare” resa pubblica dagli integralisti islamici somali poco dopo il fallito attentato al volo della Delta Airline in cui fu protagonista un terrorista addestrato proprio in Yemen. Una comunicazione di guerra quasi in sovrapposizione a quanto affermato dai Talebani in Afghanistan sulla disponibilità di un IED moderno in grado di aggirare le contromisure delle Forze della NATO ed alle accuse rinnovate in Iran da Khamenei contro il mondo occidentale seguite dagli attacchi odierni di miliziani contro le Ambasciate francese, olandese ed italiana, mentre il Presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad rilancia la sua sfida di produrre uranio arricchito. Solo provocazioni o piuttosto minaccia incombente ?

9 febbraio 2010



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