mercoledì 17 marzo 2010

Afghanistan. Dopo i Talebani anche i Signori della Guerra al Tavolo della pace

Il governo afgano ha approvato martedì 16 marzo una legge che condona tutti i crimini di guerra avvenuti prima del 2001. Un’amnistia ratificata improvvisamente e che assicura immunità generalizzate a tutti coloro che già appartenenti a gruppi armati protagonisti della guerra civile afgana possono aver commesso atti contro i diritti umani. Una legge approvata, per quanto noto, con il consenso dei due terzi del Parlamento e quindi, come previsto dalle procedure afgane, operativa senza la firma di Karzai. Un Parlamento di cui fanno parte alcuni degli ex protagonisti della guerra civile afgana come i due vice presidenti di Karzai che hanno fatto parte delle fazioni armate che a partire dall’inizio degli anni ’90 si sono fronteggiati per assicurarsi il controllo di Kabul e dividersi quello dell’Afghanistan. L’atto legislativo non viene assolutamente condiviso dalle molte organizzazioni afgane impegnate in difesa dei diritti civili della popolazione. Costoro considerano la legge come "Una vergogna assoluta che cancella anni di guerra civile che ha provocato la distruzione di interi quartieri della Capitale, rovine che ancora oggi ricordano quelle vicende, con migliaia di morti fra la popolazione civile e centinaia di migliaia di persone costrette a fuggire dalle proprie case. E’ uno schiaffo a tutti gli afgani che hanno sofferto per anni ed anni i crimini di guerra ed i signori della guerra". Appoggiare un simile condono che riabilita di fatto coloro i quali hanno gestito da sempre le sorti del paese, potrebbe essere pericoloso ed innescare l’inizio di nuovi anni di guerra civile, come avvenuto subito dopo l’uscita dall’Afghanistan dell’invasore sovietico. Un rischio molto probabile se si considera che le sette fazioni che dal 1989 e fino all’avvento dei Talebani si sono confrontate con le armi per la spartizione politica del paese, ancora oggi hanno una notevole influenza politica, accompagnata da un’altrettanto elevata potenzialità militare. Non tutti condividono questa ipotesi e ritengono che garantire l’immunità ai signori della guerra può rappresentare l’inizio della vera ripresa economica dell’Afghanistan. Costoro, però, dimenticano che i Signori della Guerra non hanno mai smesso di coltivare oppio, esportare droga ed armi e controllare il traffico commerciale nel paese, anche durante il periodo dei Talebani e soprattutto dal 2002, in combutta con i governanti delle aree tribali pakistane. Costoro difficilmente abbandoneranno la loro “antica cultura”, bensì faranno dell’amnistia un motivo per operare in tranquillità e senza correre il rischio di dover rispondere di vecchie colpe. Una legge che di fatto favorisce chi è vicino a molti degli attuali esponenti politici che hanno un interesse indotto perché i “potenti locali” siano liberi di difendere gli antichi privilegi dei clan di appartenenza.

17 marzo 2010

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