domenica 14 marzo 2010

Evoluzione terroristica in Afghanistan all’approssimarsi della loya jirga

Karzai ha espresso l’intenzione di chiamare i Talebani al tavolo della pace dopo che abbiano deposto le armi. L'alleanza della NATO sta attaccando in maniera incisiva e con una progressione costante le roccaforti dei Talebani e di Al Qaeda nella provincia di Helmand e l’offensiva è destinata a proseguire su Kandahar, patria spirituale dei talebani dal 1990, città natale della famiglia Karzai ed amministrata dal fratello di costui. Karzai subito dopo la visita del presidente iraniano si è recato in Pakistan ed in occasione di una conferenza stampa tenuta ad Islamabad con il primo ministro pachistano Yousuf Raza Gilani, ha auspicato una sempre maggiore collaborazione del Pakistan riconoscendo al paese un ruolo determinante: "Senza l’aiuto del Pakistan, l’Afghanistan non può essere stabile o pacifico". Un richiamo alla riconciliazione ufficializzato subito dopo la dichiarazione di amicizia con l’Iran, accompagnato dalla precisazione che l’Afghanistan non vuole essere teatro di “guerre per procura” come quella fra Pakistan ed India e l’altra fra Iran e Stati Uniti. Iniziative politiche che confermano il consolidamento del “polo islamico” voluto dall’Iran e che sta nascendo nel Centro Asia. Progetto politico che, però, per decollare deve poter fare riferimento ad una pace duratura in Afghanistan seguita dall’immediata uscita delle truppe della NATO dal paese che insieme al ripiegamento USA dall’Iraq, segnerà il primo obiettivo della politica del presidente iraniano. In questo contesto gli insorti Talebani ed i terroristi di Al Qaeda per non dover subire la pace cercano di consolidare le proprie posizioni. Lo fanno attraverso una recrudescenza di atti terroristici che, almeno per il momento, stanno coinvolgendo maggiormente la popolazione civile e le istituzioni nazionali piuttosto che i contingenti militari occidentali. Un attacco in Pakistan venerdì 12 marzo. Nella giornata di preghiera due kamikaze si sono fatti esplodere a 15 secondi l'uno dall'altro in due punti vicini dell'affollato Bazar di Lahore (Pakistan orientale), causando la morte di 48 persone ed il ferimento di altre 134. La seconda volta in pochi giorni il terrorismo colpisce Lahore, seconda città più grande dopo Karachi e capitale culturale del Pakistan. L'8 marzo, infatti, in un attentato contro una sezione speciale per interrogatori della polizia, erano rimaste uccise 18 persone. Un segnale che forse i talebani che da Helmand sono fuggiti in India si siano già organizzati ed hanno iniziato ad operare immediatamente a ridosso del confine indiano. Sabato 13 marzo a Kandahar una serie di attacchi terroristici con la morte di ventisette persone ed il ferimento di altre 50 di cui 40 civili - tra cui sei donne e tre bambini - e 17 agenti di polizia. Quarantadue case ubicate vicino al carcere della città danneggiate dall’attacco, distrutto anche il quartiere generale della polizia. Un’azione terroristica nel cuore della patria del mullah Omar avvenuta mentre decine di migliaia di militari sono in arrivo in Afghanistan per dare il colpo di grazia ai Talebani. Yousuf Ahmadi, portavoce dei talebani, ha giustificato l’attacco come una risposta al generale McChrystal che avrebbe annunciato l’inizio a breve dell’”Operazione Omar” concentrata su Kandahar per sconfiggere definitivamente i Talebani. Gli insorti che Karzai sta chiamando al tavolo della pace sono, quindi, sotto pressione per gli attacchi del Contingente internazionale della NATO e non intendono arrivare alla “loya jirga” del 29 aprile privi di qualsiasi forza contrattuale. Vogliono invece dimostrare che sono ancora in grado di gestire insieme e per conto di Al Qaeda azioni terroristiche allargate e coordinate nell’intera area geografica. In Afghanistan, contro le istituzioni locali e contro i Signori della guerra già loro alleati ed amici dell’Iran, in Pakistan coinvolgendo anche gruppi estremisti dislocati in India. Azioni terroristiche non fini a sé stesse ma un messaggio diretto all’Iran da cui i Talebani si sono visti abbandonare dopo le dichiarazioni rese da Mahmud Ahmadinejad in visita a Kabul, un monito militare alle Truppe della NATO ed un comunicazione politica a Karzai perchè non dimentichi che Al Qaeda è ancora in grado di colpire. Segnali non rassicuranti per l’Afghanistan ed altrettanto pericolosi per la sicurezza internazionale, come lo stesso premier russo Vladimir Putin in visita in India ha oggi dichiarato a New Delhi esprimendo la propria inquietudine per "I gruppi terroristici attivi in Afghanistan e Pakistan che rappresentano una fonte di seria preoccupazione per la regione e per il mondo intero".

14 marzo 2010

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