venerdì 28 maggio 2010

Gli USA programmano di ampliare le operazioni militari segrete ?

Il New York Time ha pubblicato in prima pagina la notizia che gli USA hanno programmato di ampliare la portata delle loro azioni segrete in Medio Oriente ed in altre aree a rischio. Il quotidiano riferisce di una direttiva segreta firmata a settembre dal generale David H. Petraeus (nome ufficiale: «Ordine esecutivo per la creazione di una task force interforze per la guerra non convenzionale»), che autorizza l'invio di truppe per operazioni speciali americane in Nazioni del Medio Oriente e dell’Africa, siano esse alleate o nemiche, con lo scopo di raccogliere informazioni e stringere legami con le forze locali. La prescrizione sembra prevedere anche missioni di intelligence attraverso ricognizioni aeree per acquisire dati aggiornati che potrebbero aprire la strada anche a possibili attacchi militari in Iran. Disposizioni che avrebbero lo scopo di ampliare le attività militari clandestine per annientare i gruppi militanti eversivi che operano in Iran, in Arabia Saudita, in Somalia ed in altri paesi dove è radicata la presenza di militanti terroristici. Rispetto a quanto in precedenza previsto dall'amministrazione Bush, la nuova direttiva approva alcune forme di attività militari clandestine lontane dai Teatri di guerra e conferisce a questo tipo di azioni una maggiore sistematicità. Ciò consentirà nel breve termine di consolidare nelle varie aree geografiche vere e proprie strutture operative collegate fra loro da un network pronto a essere operativo in tempo reale per penetrare, smantellare, sconfiggere e distruggere Al Qaeda ed altri gruppi eversivi ad essa collegati. Cellule destinate anche a preparare "l'ambiente" in previsione di possibili futuri attacchi militari come avvenuto in passato in altre aree geografiche sensibili come i Balcani e l’Iraq. Nella direttiva di Petraeus è previsto di strutturare piccole squadre di militari in grado di colmare i vuoti informativi dell’Intelligence ufficiale in particolare per quanto attiene alle organizzazioni terroristiche ed ad altri tipi di minacce in Medio Oriente e dove sarà necessario prevenire i gruppi emergenti in procinto di preparare attacchi contro gli Stati Uniti. La direttiva prevederebbe anche azioni di intelligence per raccogliere informazioni sul programma nucleare iraniano e per individuare e contattare eventuali gruppi di dissidenti iraniani che potrebbero essere utili in caso di un possibile conflitto locale. Allo stato attuale non è dato da conoscere con esattezza quale tipo di operazioni sono state autorizzate, ma siamo, comunque, di fronte ad un segnale forte che indica come gli USA abbiano già gettato le basi per acquisire informazioni fondamentali per gestire un network mondiale antiterroristico orientato a compiere limitate azioni “preventive” ed acquisire le informazioni necessarie per sviluppare una pianificazione di contingenza anticipata, da applicare se Obama decidesse di attaccare l’Iran o qualche altro Paese fra quelli inseriti nella black list redatta in passato dal suo predecessore. Qualcosa è già cominciato con le “Special Operations” già avviate nello Yemen insieme all’Esercito locale e con attacchi missilistici di navi della Marina USA contro presunti nascondigli di militanti di Al Qaeda, per cercare di smantellare le cellule eversive presenti nella penisola arabica. Peraltro, gli USA prevedono di spendere più di 155 milioni dollari per equipaggiare le truppe yemenite con veicoli corazzati, elicotteri e armi leggere. Questo allargamento del ruolo delle forze armate potrebbe comportare rischi in quanto le attività previste potrebbero creare tensione nelle relazioni con governi amici degli USA, come l´Arabia Saudita e lo Yemen, oppure provocare reazioni di nazioni ostili come l´Iran e la Siria. Inoltre, se tutto fosse confermato nei termini con cui attualmente è proposto, esisterebbe il rischio oggettivo che i militari americani, avendo ruoli molto diversi da quelli bellici tradizionali, se catturati potrebbero essere trattati come spie e perdere ogni tutela prevista dalle Convenzioni di Ginevra. In ogni caso, le nuove iniziative dimostrano che si è ancora lontani dallo sconfiggere con metodi tradizionali il terrorismo internazionale e palesano come l’iniziale, ottimistico e per taluni aspetti, semplicistico approccio di OBAMA nei confronti della minaccia specifica stia rientrando in confini più concreti e realistici. Operazioni del genere sono attività silenti che prendono il posto della guerra, necessarie in particolare se chi le gestisce è un premio Nobel per la Pace al quale non è concesso il palese ricorso alle armi attraverso le proprie Forze Armate. Forse, non è un caso che proprio per questo l’amministrazione Obama ha deciso di autorizzare il Pentagono ad estendere la portata e la natura delle operazioni segrete in tutto il mondo lasciando spazio agli “interventi chirurgici”, piuttosto che all’ostentazione della potenza militare.

28 maggio 2010

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