domenica 9 maggio 2010

Il fallito attacco terroristico a New York : Talebani pakistani o nuove strutture di Al Qaeda ?

Faisal Shahzad, americano di origine pakistana è stato accusato negli Stati Uniti di essere l’autore del fallito attacco terroristico a Times Square. L'uomo, un trentenne residente negli Usa, ha ammesso di essere stato addestrato per fabbricare IED presso un campo di addestramento para militare ubicato in Pakistan nella regione tribale del Waziristan, confinante con l’Afghanistan e con una delle più importanti Aree Tribali pakistane, la “North West Frontiere” con capitale Peshawar (in persiano letteralmente “città di frontiera”). Qui, dall’inizio dell’anno, sono stati uccisi più di 100 agenti di polizia vittime di attacchi di pachistani coinvolti nella jihad globale che Islamabad sta cercando da tempo di contrastare. Da 18 mesi, infatti, l'esercito pakistano sta sviluppato importanti azioni contro i Talebani concentrando i suoi sforzi in sei delle sette agenzie tribali che confinano con l'Afghanistan, escludendo la settima, il Nord Waziristan, dimora di un’importante rete di talebani afgani che fanno riferimento agli storici capi Jalaluddin Haqqani e Gulbuddin Hekmatyar. Costoro nel tempo hanno consolidato i rapporti con l’Intelligence pakistana (ISI - Inter Services Intelligence) evitando fino ad oggi uno scontro diretto con i militari di Islamabad ed assicurandosi, nello stesso tempo, la completa autonomia dal Governo centrale. Accordi che improvvisamente stanno vacillando nel momento che lo spietato leader dei talebani pakistani Hakimullah Mehsud si è ripresentato sullo scenario mediatico mondiale dopo essere stato dichiarato morto alla fine di gennaio a seguito di un attacco di drone statunitensi. Costui, con ogni probabilità nascosto in tutti questi mesi proprio nel Nord Waziristan, sembra che abbia organizzato una struttura operativa in grado di proiettare nel mondo una nuova generazione di cellule terroristiche, come da lui stesso dichiarato una volta “resuscitato”, promettendo che "il tempo è molto vicino a quando si manifesterà la volontà dei fedayn di attaccare gli USA nelle principali città". Il Nord Waziristan ha sempre ospitato strutture tribali vicine alla guerriglia afgana che ora presumibilmente sono evolute e pronte ad attuare forme di terrorismo globale avvalendosi di estremisti Punjabi, un tempo addestrati dai militari pakistani per la lotta contro le forze indiane nel Kashmir ed oggi separati dai loro gruppi madre ed alleati con i pashtun del Pakistan molto vicini ai Talebani ed ad Al Qaeda. A costoro si sono aggiunti gruppi islamici antisciita provenienti da altre regioni dell'Asia centrale e diversi gruppi ceceni fra cui sembra anche un certo Lashkar-e-Taiba accusato per l'attentato mortale 2008 a Mumbai. Una struttura quella del Nord Waziristan in continua trasformazione ed evoluzione, in cui confluiscono e defluiscono quotidianamente pakistani e stranieri anche occidentali vicini ad Al Qaeda, come i cinque giovani americani catturati mentre da Peshawar tentavano di raggiungere il Nord Waziristan per unirsi alla jihad contro l’Occidente. Faisal Shahzad è stato arrestato su un aereo in partenza per Dubai con destinazione finale Peshawar, città da sempre crocevia di traffici illeciti come il flusso di droga verso Oriente ed armi ed esplosivi verso Kabul. Peshawar e la sua provincia che ospita fin dagli anni ottanta i maggiori campi per rifugiati afgani e che ha in passato rappresentato il punto di raccolta e smistamento dei mujaeddhin e dei rifornimenti logistici a favore della jihad contro l’invasore sovietico e successivamente dei protagonisti della guerra civile afgana conclusa con l’arrivo dei Talebani a Kabul. Peshawar, sede delle più importanti madrasse pakistane (scuole coraniche) e dell’Università islamica più importante del Centro Asia, seconda nel mondo forse solo a quella del Cairo. Città amministrata da autorità vicine a gruppi islamici estremisti ed a molti dei Signori della Guerra afgani, nonché residenza privilegiata dell’intelligence pakistana (ISI). Il pianificato rientro di Shahzad verso Peshawar dopo in tentativo di attentato a New York non è stato sicuramente casuale, ma conferma che l’attentatore era vicino ad una delle nuove strutture di Al Qaeda che raccoglie aspiranti terroristi provenienti dall’area dell’estremismo islamico mondiale e non solo afgano o pakistano. Non a caso il generale pakistano Hamid Gul, ex comandante dell'ISI, si è preoccupato di precisare ufficialmente, subito dopo la cattura dell’attentatore, che "non ci sarebbero i talebani pakistani dietro il fallito attentato, ma Al Qaeda" perché "I talebani pakistani sono troppo deboli per avere una capacità globale di questo tipo". In ogni caso, a distanza di cinque anni dagli attentati alla metropolitana di Londra in cui furono protagonisti terroristi inglesi di origine pakistana, si ripresenta a New York uno scenario con gli stessi attori: un terrorista di origine pakistana naturalizzato americano che entra in azione dopo un periodo di permanenza in Pakistan, utilizzando anche in questo caso IED autocostruiti. Si ripropone, quindi, una minaccia per l’Occidente in generale e per gli Usa in particolare, attuata da persone di origine asiatica o mediorientale ma con passaporto occidentale e tutti originari del Pakistan piuttosto che islamici sudanesi o indonesiani. Non è ancora chiaro se Faisal abbia agito da solo, ma potrebbe far parte delle cosiddette “cellule ibride”, ovvero piccoli gruppi che operano in modo indipendente nella fase esecutiva dell’azione, ma ricevono istruzioni precise e addestramento nei luoghi della Jihad. Chiaramente la situazione nel Nord Waziristan è in evoluzione e qualcosa deve essere fatto prima che la regione pakistana diventi una fonte di emanazione di una nuova ondata di terrorismo internazionale come avvenuto prima del 2001 per l'Afghanistan. Un impegno che dovrebbe realizzarsi con un’azione incisiva di Islamabad diretta ad eliminare ciò che rimane della componente deviata dell’ISI ancora vicina ad Al Qaeda ed alla quale i Talebani pakistani fanno sicuramente riferimento. Unica soluzione efficace per evitare il rischio del consolidamento di una nuova origine del terrorismo internazionale.
8 maggio 2010

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