martedì 18 maggio 2010

Un altro attentato in Afghanistan contro la NATO

Era presumibile che l’apertura di Karzai verso i Talebani per coinvolgere costoro nelle trattative di pace avrebbe potuto indurre i ribelli a riprendere le azioni terroristiche su vasta scala per poter acquisire una maggiore “forza contrattuale”. Si era anche ipotizzato che l’offensiva militare condotta nella provincia di Helmand ed il preannunciato attacco a Kandahar roccaforte degli studenti islamici, avrebbe indotto molti Talebani a spostarsi a nord. Puntualmente le previsioni sono state rispettate. Ieri uno IED è esploso uccidendo due soldati italiani, oggi a Kabul almeno 20 morti di cui quattro militari americani ed un canadese dopo un attacco terroristico kamikaze contro un convoglio Nato. In questo caso, immediata la rivendicazione a differenza dell’episodio terroristico di ieri a Bala Murghab che per quanto noto nessuno si è ancora attribuito in maniera ufficiale. Uno dei portavoce dei Talebani Zabihullah Mujahid, ha, infatti, immediatamente dichiarato telefonicamente che l’attacco di oggi è stato effettuato dalla resistenza talebana e non ha fatto alcun riferimento agli avvenimenti di ieri. Un’azione, quella odierna, avvenuta in un quartiere centrale della Capitale afgana, vicino al Parlamento, in un’area che ospita anche un ospedale occidentale ed il Ministero dell’Energia. Il kamikaze si è fatto saltare a bordo di un’autobomba che trasportava più di 500 kg di esplosivo sicuramente ad alto potenziale, considerati gli effetti devastanti che tutte le televisioni mondiali hanno proposto. Due azioni terroristiche a distanza di un giorno contro due convogli del Contingente militare internazionale, con differenti caratteristiche di IED e di modalità di attuazione. Ieri, nel nord del Paese un grosso quantitativo di esplosivo a bordo strada fatto esplodere con un’attivazione controllata, oggi a Kabul si è ritornati all’attentatore kamikaze che ha colpito indiscriminatamente obbiettivi militari e civili. Particolari che portano a pensare che è operativo un network del terrore che fa capo ad un unico regista, ma che coinvolge differenti protagonisti fra cui, anche, la malavita locale ed i potenti Signori della Guerra. L’attentato di Bala Murghab è stato gestito nel rispetto della popolazione locale, a Kabul, invece, si è colpito in maniera indiscriminata. Ambedue gli eventi hanno incrementato i 102 militari che dall’inizio dell’anno sono morti per azioni terroristiche a fronte di un totale di 181 caduti per episodi bellici. Una conferma dell’efficacia dell’agguato terroristico anche contro le sofisticate tecnologie come quelle a disposizione del Contingente internazionale, in particolare se attuato da insorti “residenti”, come probabilmente è avvenuto a Bala Murghab con tecniche di agguato ereditate dalla resistenza afgana contro l’Armata sovietica. A nord i ribelli talebani che operano nelle aree suburbane o agricole, tutte controllate dai Signori della Guerra, dimostrano di conoscere benissimo il territorio e combattono uscendo probabilmente di casa il mattino per farvi rientro la sera. Altri, invece, sono mandati al massacro per attacchi terroristici nelle città, dopo aver ricevuto un indottrinamento ideologico nelle madrasse (scuole coraniche) di Peshawar e provenienti dalle Aree Tribali pakistane confinarie con l’Afghanistan. L’azione terroristica ancora una volta sta dimostrandosi come atto prediletto dei moderni mujaheddin afgani e nella prossima battaglia di Kandahar potrebbe rappresentare l’elemento di forza per i ribelli talebani che si opporranno all’imponente dispositivo militare internazionale ed all’esercito afgano.
18 maggio 2010

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