martedì 28 settembre 2010

Paramilitari in Afghanistan

Il 22 settembre il quotidiano USA Washington Post ha confermato la notizia sulla presenza di paramilitari impiegati in Afghansitan nel contrasto alle forze talebane. Truppe che dovrebbero essere acquartierate in un fortino di mattoni di fango “Forte Alamo”, in territorio afgano a circa 7 chilometri dal confine con il Pakistan. Ufficialmente la base è chiamata “Firebase Lilley” ed è considerata un punto strategico per l’organizzazione ed il coordinamento della lotta segreta contro Al - Qaeda. La base è utilizzata come un centro nodale per la formazione dei circa 3000 paramilitari ed il loro impiego sul terreno, suddivisi in squadre antiterrorismo nelle varie Province afgane. La struttura operativa è formata sul modello delle forze speciali Usa. E’ chiamata “Counterterrorist Pursuit Team (CPT)” ed ha il compito principale di infiltrarsi nei territori controllati da talebani e da Al Qaeda per acquisire informazioni ed individuare possibili obiettivi. I CPT sono utilizzati per la sorveglianza del territorio, in raid ed in operazioni di combattimento e rappresentano un significativo elemento nella lotta contro i Talebani insediati in Pakistan. L'esistenza di queste squadre è confermata dai documenti classificati inseriti recentemente nel sito web WikiLeaks sulla guerriglia afgana dal 2004 alla fine del 2009 che riportano di attività svolte da paramilitari in particolare lungo il confine del Pakistan, con lo scopo prioritario di individuare i leaders talebani. Oltre a Firebase Lilley dovrebbero essere operative basi anche nella Provincia di Patika, Khost ed a Kandahar. La presenza di queste strutture ha consentito di coprire nel tempo i vuoti di informazione ricorrenti fino a quando le attività di intelligence nelle aree tribali sono state esclusivo appannaggio dell’ISI pakistano che ha gestito le notizie con valutazioni spesso particolari e discutibili. Gli americani e la NATO potendo fare riferimento solo a questo flusso informativo il più delle volte sono arrivati in ritardo per contrastare la possibile presenza di Al Qaeda o di eventuali forze talebane a ridosso del confine con l’Afghanistan, in particolare nella North West Frontiere pakistana. Una carenza di informazioni che spesso ha anche vanificato la possibilità di catturare lo stesso Bin Laden. L’operatività dei CPT è cresciuta nel tempo con risultati affidabili che ormai consentono di disporre sul terreno di un network in grado di acquisire informazioni e, se del caso, di guidare da terra ed in tempo reale blitz con l’impiego di forze terrestri o anche solo di Drone. Lo confermano i risultati conseguiti in recenti attacchi della NATO effettuati con successo nelle Aree Tribali pakistane anche se hanno provocato la reazione di Islamabad. Due elicotteri Apache hanno colpito una base talebana in territorio pakistano, uccidendo oltre cinquanta guerriglieri della cosiddetta 'Rete Haqqani', vicina ad Al Qaeda, senza provocare, come in passato, danni collaterali. In un’altra azione condotta con Drone nella provincia orientale afgana di Khost sono morti 49 guerriglieri. Si è trattato del 19esimo raid compiuto negli ultimi 24 giorni dagli aerei senza pilota Usa sulle aree tribali del Pakistan, storiche roccaforti di Al Qaeda e dei Talebani ed anche in questo caso i bombardamenti non hanno provocato vittime fra la popolazione civile. Successi che indicano una maggiore e più affidabile attività di intelligence sul territorio ottenuta proprio con l’impiego dei CPT, strumenti che, però, devono essere gestiti con attenzione per non correre il rischio che possa essere prevaricata “l’etica di guerra” a danno della popolazione civile e per non pregiudicare le già pessime relazioni tra Pakistan e Afghanistan ed i rapporti del Pakistan con gli USA.
28 settembre 2010

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