lunedì 20 febbraio 2012

I due militari italiani arrestati in India rischiano la pena di morte

3 febbraio 1998, i tempi della guerra in Bosnia. Dalla base Nato di Aviano parte in volo di addestramento un aereo dei marines americani alle 15,12 minuti trancia due cavi della funivia che da Cavalese porta al monte Cermis.. Muoiono diciannove turisti e il manovratore della funivia. Nessuno e' stato condannato per quei morti, nonostante le accertate pesanti di responsabilità. Gli USA nonostante che il fatto si fosse verificato in territorio italiano non hanno consegnato all'Italia i responsabili richiamandosi ad una tutela nazionale dei propri militari impiegati all'estero. Ciò nonostante la garanzia che sarebbero stati sottoposti ad un processo di un Tribunale di un Paese sicuramente democratico e che nel rispetto dei diritti umani non prevede nel suo Codice Penale la pena di morto. L'Italia in quel momento non oppose condizioni. L'Italia oggi lascia che due militari italiani per fatti avvenuti in acque internazionali siano lasciati al giudizio di un Paese - sicuramente democratico come asserito formalmente dal nostro Ministro degli Esteri - in cui però è in vigore la pena di morte. La stessa Italia che giustamente, in altre occasioni, non concede l'estradizione ad eventuali cittadini stranieri ricercati o condannati nei loro Paesi di origine, qualora questi prevedano la pena di morte. Lancio questo post nella speranza che qualcuno ci aiuti a capire e spieghi al Paese e quindi in Parlamento cosa sta accadendo rispondendo magari a queste poche domande :

1. Perché la nave è stata fatta entrare nelle acque territoriali indiane ed attraccare ad un porto indiano consegnandosi di fatto alle Autorità di quel Paese.
2. La nostra Ambasciata a Nuova Delhi ha chiesto con nota formale l’acquisizione delle prove dell’evento contestato, dei possibili reperti e dell’esito dell’autopsia.
3. Il Console Italiano e l’Addetto Militare sul posto dove la nave è attraccata quali azioni hanno compiuto a difesa dei nostri concittadini, tutelando i loro diritti internazionali o piuttosto si sono limitati a “dar loro appoggio morale” accompagnandoli in gattabuia.
4. Chi sta controllando come vengono trattati i nostri militari e quali garanzie vengono loro assicurate nel rispetto del diritto internazionale ?
5. Perché non si da un segnale all’India “richiamando in Italia l’Ambasciatore per consultazioni”?
6. Quale è lo scopo di inviare una commissione interministeriale italiana che non credo possa fare di più che turismo non essendo accompagnata da accordi bilaterali che ne consentano l’operatività ?

20 febbraio 2012 – ore 15.00

1 commento:

Giovanni Bernardi ha detto...

Una brutta storia, Fernando, che credo non finirà nel semplice rapporto tra Italia e India. Per quanto riguarda la nave, ho letto che è stata invitata ad attraccare al porto con uno stratagemma: un inganno, insomma.

Spero che almeno il ministro degli Esteri italiano chiami l'ambasciatore indiano.

Per ora ho il sospetto che ci sia una sorta di ricatto del governo indiano nei confronti di quello italiano. Una disputa su forniture di armi o sistemi d'arma? Forse dovremmo chiedere a Finmeccanica.