martedì 29 maggio 2012

Nuove minacce alle porte dell’Europa

All’inizio della Primavera Araba, avevamo espresso qualche considerazione sulla possibilità che l’estremismo islamico approfittando dell’entusiasmo delle popolazioni che tentavano di uscire da decenni di dittature nepotistiche stava consolidandosi sulla costa mediterranea dell’Africa per raggiungere, successivamente i Paesi che si affacciano sulle sue rive orientali del “Mare Nostrum”.

Una situazione che avrebbe potuto rivitalizzare la minaccia eversiva nei confronti dell’Occidente e dell’Europa confinante con i Paesi coinvolti, peraltro impreparata e miope di fronte ai nuovi eventi, perché unicamente impegnata a difendere, peraltro in maniera insufficiente, i propri interessi economici. (http://fernandotermentini.blogspot.it/2010_10_04_archive.html), http://fernandotermentini.blogspot.it/2011_01_12_archive.html).

Uno Tsunami che avrebbe dilagato in Libia, in Somalia, in Siria e forse toccato anche il Sudan e tutta l’Africa subsariana.

Quanto sta avvenendo in Siria è noto. La popolazione alla ricerca di un riscatto dal regime oppressivo di Assad, sulla scia della Primavera Araba da più di un anno sta cercando di uscire dalla morsa della dittatura di Assad. Immediata la reazione del regime che ormai attua una e vera e propria carneficina contro il popolo. Situazione di cui stanno approfittando cellule del terrorismo internazionale vicine ad Al Qaeda, pronte ad infiltrasi nel Paese per consolidarsi nell’area e contribuire, nello stesso tempo a tenere alta la tensione della guerra civile in corso.

In Tunisia, dopo le prime elezioni libere, il partito degli Al – Nahada (la rinascita), di ispirazione islamica sicuramente non moderata ha raggiunto il 40% dei voti (90 seggi su 217).

In Egitto il Partito dei Fratelli Mussulmani conquista sempre di più consensi e si avvia a governare il Paese.

In Libia Gheddafi è stato ucciso ed il regime annientato, ma le notizie che arrivano parlano di un’estremizzazione islamica strisciante e di una presenza ormai certa di cellule eversive vicine ad Al Qaeda.

In Libano gli Hezbollah, appoggiati dall’amico Iran, sono sempre più prossimi a conquistare la maggioranza e giorno dopo giorno alzano il livello della minaccia contro Israele.

La Primavera Araba, dunque, ha contribuito a far cadere dittature trentennali, ma, nello stesso tempo, ha favorito il consolidamento di estremismi religiosi prima sconosciuti in molte di quelle aree geografiche.

L’onda anomala non si è fermata ed ora è arrivata a lambire l’Africa subsahariana. In Mali, il movimento islamico Ansar Dine legato ad Al Qaeda ha iniziato ad imporre la legge coranica (Sharia). Nel Paese, una giunta militare vicina all’organizzazione ha deposto il Presidente Amadaou, annunciando la nascita di un nuovo Stati islamico (Repubblica dell’Azawad). Una contesto molto simile a quello di Kabul negli anni ’90, quando i Talebani si appropriarono della guida dell’Afghanistan.

La comunità internazionale per ora ignora gli eventi, limitandosi ad osservare ed esprimendo solo meraviglia per la sconfitta del Presidente Amadou Toumani Toore, considerato un esempio di democrazia ed un valido riferimento per la lotta al terrorismo. Una vittoria ottenuta dalle truppe golpiste guidate da un certo Amadou Sanogo, un Ufficiale dell’Esercito addestrato negli Stati Uniti, nell’ambito della cooperazione antiterrorismo fra Washington e Bamako, con lo scopo proprio di fronteggiare il consolidamento di Al Qaeda nell’Africa subsahariana.

Anche in questo caso, eventi che ricordano quanto avvenuto in Afghanistan, quando i gruppi di resistenza antisovietica sostenuti ed addestrati dagli americani, hanno dato origine ai Talebani ed a Bin Laden.

Nelle vicende del Mali hanno avuto un ruolo determinante le cellule di Al Qaeda già presenti nel Maghreb islamico (AQIM) che, nel tempo ed approfittando delle trasformazioni politiche in corso nei Paesi confinanti, hanno stretto alleanze con i Tuareg, pastori nomadi imparentati con le popolazioni berbere sparse nell’Africa settentrionale. I Tuareg, profondi conoscitori di tutta la regione subsariana, concentrati in Niger ed in Mali e con comunità più modeste nell’Algeria meridionale, nel sudovest della Libia, in Burkina Faso ed anche in Mauritania.

Popolazione emarginata, già fedelissima a Gheddafi, che improvvisamente ha assorbito i miliziani provenienti dalla Libia ed entrati in Mali dopo la morte del Rais. Una stima dell’ONU quantifica dai 2.000 ai 4.000 gli ex combattenti libici che si sono uniti alle tribù nomadi offendo loro anche un consistente supporto di materiale bellico portato via dagli arsenali dell’ex Esercito libico.

Un “effetto domino” conseguente anche all’intervento NATO contro Gheddafi, non previsto dall’Occidente ed dall’Europa, preoccupata solo dal possibile “tsunami di profughi” che avrebbe invaso il Vecchio Continente.

Quanto sta accadendo in Siria e nell’Africa subsahariana non può essere scisso dalla Primavera Araba e dalle vicende libiche. Gli avvenimenti lasciano presagire un futuro incerto per tutta la fascia costiera africana, che potrebbero portare l’intera regione in una situazione di crescente ingovernabilità. Una miscela esplosiva che si mescola all’indigenza delle popolazioni locali, che attualmente sopravvivono dedicandosi unicamente a traffici illeciti di droga e di armi e sono facile preda dell’estremismo islamico.

L’Occidente, continua ad osservare senza prendere decisioni. Partecipa solo all’aspra competizione internazionale per aggiudicarsi le preziose risorse energetiche e minerarie di quelle aree, che potrebbero trasformare lo Sahel in uno dei nuovi e principali focolai di crisi del mondo.

Peraltro la nascita dalle ceneri del Mali di una Repubblica dell’Azawad viene guardata con sospetto in particolare dai Paesi africani limitrofi che con ogni probabilità non accetteranno di riconoscere qualsiasi richiesta di indipendenza. Ormai, però, difficilmente riusciranno a fermare il consolidamento dei Tuareg sul territorio e l’espandersi dell’influenza dell’organizzazione Ansar Al Din, il cui leader Iyad ag Aghaly, è, peraltro, un ex Tuareg.

L’Occidente e l’Europa con i suoi confini meridionali a ridosso dell’Africa settentrionale sono sicuramente in ritardo, ma non possono più continuare ad ignorare ciò che sta accadendo, per non creare situazioni senza ritorno come avvenuto in Afghanistan dopo l’uscita dell’invasore sovietico e nei Balcani fino a Dayton.

29 maggio 2012, ore 09,00

giovedì 17 maggio 2012

Bieldberg, Trilaterale e funzioni pubbliche

Da tempo ci si interroga sull’opportunità che importanti funzioni istituzionali e politiche siano affidate a personalità che fanno parte e sono state membri in un passato recentissimo di organizzazioni che potremmo definire “Non Governative” come Il Gruppo Bieldberg e la Commissione Trilaterale. .

Nel marzo del 2003, l’eurodeputato Patricia Mackenna depositò un’interrogazione parlamentare sulla compatibilità di incarichi istituzionali europei con la partecipazione alle conferenze del gruppo Bieldberg ed alla appartenenza alla Commissione Trilaterale.

Nel testo dell’interrogazione si faceva espresso riferimento ai Commissari europei Mario Monti, Erivvi Liikanen, Pedro Solbes Mira, Gunther Verhaugen, Antonio Vittorino e Federik Balkestein. Tutte personalità titolari di incarichi rilevanti nell’ambito della Commissione Europea. Monti Commissario EC alla competitività, Liikanen membro finlandese della EC e già Governatore della Banca di Finlandia e membro del Consiglio della Banca Europea. Verhengen commissario europeo per l’allargamento dell’Europa a 25 Stati e Commissario per le imprese e l’industria nella EC presieduta da Barroso. Vittorino, portoghese, Commissario per la Giustizia e gli Affari Interni. Balkestein leader del partito liberale olandese, Commissario per il mercato interno e l’unione doganale.

Romani Prodi, all’epoca dell’interrogazione Presidente della Commissione Europea e già membro del Comitato Direttivo della Bieldberg negli anni ’80, nel rispondere all’interrogazione ammetteva che molti membri della EC avevano partecipato perché invitati a riunioni del Gruppo Bieldberg, anche nel corso del loro mandato. Altri Commissari lo avevano fatto prima, ma non avevano più partecipato una volta inseriti nella EC. Con l’occasione ufficializzava, però, la presenza di Monti, Balketein e Lamy alla riunione Bieldberg che si sarebbe tenuta il 16 maggio 2003 a Versailles.

Per quanto concerneva, invece, alla Commissione Trilaterale, Prodi dichiarava che Commissari europei non potevano essere membri della Commissione in quanto lo statuto vietava agli affiliati di esercitare funzioni pubbliche.

Le risposte del Presidente della CE furono giudicate sufficienti nei contenuti anche se non completamente esaurienti.

Il Presidente Monti poco tempo dopo sarebbe entrato a far parte del Comitato direttivo della Bieldberg http://www.bilderbergmeetings.org/governance.html e contemporaneamente avrebbe fatto parte della Trilaterale insieme ad altre personalità italiane di spicco. Per citarne alcune, Enrico Letta Vice segretario del PD e parlamentare, Luigi Ramponi Senatore della Repubblica, Giuseppe Recchi Presidente dell’ENI, Marco Pronchetti Provera ex Presidente della Telecom Italia, Carlo Pesenti membro del Consiglio di Amministrazione di Mediobanca ed altre personalità (http://pensareliberi.com/2012/01/03/i-membri-italiani-della-trilateral-commission-e-il-gruppo-bilderberg/)

Fra gli ex membri non più riportati nell’ultimo elenco perchè titolari di cariche istituzionali (http://www.trilateral.org/download/file/TC_%20list_5-12.pdf), Lucas Papandreus protagonista delle vicende greche, Marta Dassù, Sottosegretario agli Affari Esteri ed ex Direttore Generale del “Aspen Institute Italia”, un’altra delle strutture complesse che orbitano sullo scenario mondiale e per certi aspetti paragonabile alla Bildberg ed alla Trilaterale, almeno per l’appartenenza di alcuni membri in comune.

Un cenno all’Aspen. L’Aspen Institute è un’organizzazione internazionale no profit, fondata nel 1950 (http://it.wikipedia.org/wiki/Aspen_Institute) per “incoraggiare la leadership illuminante, le idee ed i valori senza tempo” (scopi forse non distanti da quelli della Trilaterale). La sede è a Washington DC, La rete internazionale comprende altre locazioni operative; a Roma, Berlino, Lione, Tokyo, Nuova Delhi e Bucarest. Una realtà internazionale finanziata da Rockefeller Brothers Found che fra i suoi membri annovera molte personalità della politica, della finanza, del mondo imprenditoriale ed intellettuali.

Alcuni dei principali membri italiani sono, Enrico Letta (membro anche della Trilaterale), John Elkan (membro anche del Gruppo Bieldberg), l’ex Direttore Generale Marta Dessù (già membro della Trilaterale) e Giulio Tremonti che è Presidente della Sede italiana (membro anche di Bieldberg).

Organizzazioni sicuramente diverse per norme statutarie e “mission”, ma in qualche modo trasversalmente collegate fra loro avendo associati in comune, alcuni di quali anche in posizione rilevante. Bieldberg e Trilaterale, in particolare, con programmi avviati che potrebbero incidere significativamente sugli assetti economici internazionali.

Sicuramente un’analisi per taluni aspetti fantasiosa, ma si ritiene rispettabile almeno fino a quando i rappresentanti istituzionali elettivi e non, membri od ex membri delle organizzazioni, non propongano elementi che aiutino a comprendere. In assenza di spiegazioni è lecito ipotizzare qualsiasi cosa, anche il rischio che vengano messi da parte le regole che caratterizzano una tradizionale democrazia espressione della volontà dei cittadini, per scivolare in forme di sinarchia o, peggio, di oligarchia.

Sinarchia (dal greco “governare assieme”, un ipotetico sistema di governo gerarchico a cui si è ammessi unicamente in base alla propria conoscenza e capacità o per i meriti acquisiti o giudicati tali durante la propria vita professionale.

Oligarchia, dal greco potere / comando, un sistema di governo affidato ad un gruppo ristretto, composto da membri scelti in base al censo determinato dalle origini natali e da affermazioni personali di natura culturale e professionale.

Quello oligarchico è un tipo di governo che si avvicina alla democrazia, ma definito da Aristotile “forma cattiva” in quanto il potere potrebbe essere esercitato anche per favorire interessi di parte a scapito di quelli della comunità.

17 maggio 2012, ore 09,30





lunedì 14 maggio 2012

Bieldberg e Trilaterale, due realtà importanti sullo scenario mondiale.

Bieldberg e Trilaterale, due strutture internazionali raramente proposte dai principali mass media internazionali e nazionali. Solo qualche iniziativa locale o personale, come la sintesi pubblicata in queste pagine (http://fernandotermentini.blogspot.it/2011_11_28_archive.html,.

Dopo 5 mesi durante i quali la situazione economica europea continua ad essere in affanno ed in alcuni Paesi Membri anche la politica sta mutando, si è deciso di riaprire l’analisi delle due organizzazioni per cercare di capire se e quanto essere possano influire sul processo di globalizzazione economica ed industriale. Infatti, fanno parte della Bildberg e della Trilaterale esponenti internazionali di spicco della finanza, della politica, dell’imprenditoria e della comunicazione, che secondo il parere di molti, possono incidere significativamente sulla storia del mondo.

Si cercherà, quindi, di approfondire i contenuti con un’analisi “tematica” che affronti singoli aspetti e caratteristiche delle due organizzazioni, cercando di proporre informazioni utili a sollecitare almeno un contraddittorio che aiuti a comprendere quale è stato e quale potrà essere sullo scenario internazionale ed europeo in particolare. il peso futuro della Bieldberg e della Trilaterale.

Un semplice travaso di notizie ricavate dalla ricerca abbastanza approfondita di informazioni pubblicate in rete, proposte senza interpretazione personali ma solo una fotografia di una realtà interessante e che merita di essere conosciuta.

Iniziamo dalla Bildberg. La storia del gruppo Bieldberg ha inizio nei paesi Bassi il 29 maggio del 1954. Ad Osterbeec, presso l’Hotel Bieldberg, il principe olandese Bernard invitò le maggiori personalità mondiali del mondo della politica, della finanza e dell’industria, istituendo una specie di tavolo di lavoro destinato a riunirsi ogni anno in differenti località occidentali. Lo scopo era quello di confrontarsi sui problemi del mondo e di studiarne le soluzioni da attuare ricorrendo agli strumenti che ciascuno degli appartenenti poteva mettere a disposizione. Immediata la percezione che il gruppo avrebbe avuto possibilità illimitate di intervento essendone membri Capi di Stato, Presidenti di Banche, Giornalisti di fama internazionale e Manager del mondo imprenditoriale ed industriale, potenzialmente in condizioni di agire autonomamente ed influire significativamente sugli equilibri mondiali, in particolare in materia politica ed economica.

Una regola fondamentale avrebbe caratterizzato il gruppo, la riservatezza. Nessun membro avrebbe mai potuto rilasciare dichiarazioni; le riunioni future si sarebbero svolte in piccole cittadine, poco popolate e oggetto di modesta frequentazione dei media internazionali. Ogni membro sarebbe stato vincolato ad assoluta circospezione e nessuno, estraneo all’organizzazione, si sarebbe potuto avvicinare ai luoghi di riunione, in particolare se giornalisti.

La Bieldberg nel corso degli anni ha consolidato la propria struttura, formando una rete di collegamenti importanti della quale fanno parte ormai componenti civili e militari. Solo per citarne qualcuno a titolo di esempio, la Radio Corporations of America (RCA) che raggruppa colossi dell’informazione come la NBC, la CBC e la ABC ed anche la NATO attraverso suoi importanti rappresentanti. Consultando Internet è stato possibile accertare quali personalità internazionali farebbero parte del gruppo Bieldberg.

All’ultima riunione dell’11 giugno 2011 svolta a S.Moritz in Svizzera erano presenti un numero considerevole di personalità del mondo politico ed economico mondiale (http://lombardia.indymedia.org/node/39288). Praticamente intorno al tavolo della riunione sedeva tutta la potenzialità decisionale dell’intero pianeta.

Tutte personalità con ruoli rilevanti sul piano nazionale ed internazionale. Per citarne alcuni, Coene Luc Governatore della Banca Nazionale del Belgio, FU Yong Vice Ministro degli Esteri cinese, Anders Rasmussen segretario Generale della NATO, Nass Matthias corrispondente internazionale di Der Zeit, Ackermann Josef Presidente del Consiglio di Amministrazione del gruppo Deutche Bank, Aggius Marcus Presidente della Banca Barclays, Micklethwait John editore capo di The Economist, Carney J.Mark Governatore della Banca del CanadaSua Maestà la Regina dei Paesi Bassi, Jose Luis Zapatero Primo Ministro Spagnolo (nel momento della riunione), la Regina Sofia di Spagna, Bill Gates capo della Fondazione Gates, Kissinger Henry, Rockefeller David ex Presidente della Chase Manhattan Bank.

Oltre a costoro anche Alumnia Joaquin Vice Presidente della Commissione Europea , Tricket Jean Calude in quel momento Presidente della Banca Centrale Europea, Bernabè Franco Presidente di Telecom Italia, Elkann John Presidente Fiata , Tremonti Giulio in quel momento Ministro dell’Economia e delle Finanze, Angela Merkel Cancelliere Tedesco e Mario Monti allora Rettore dell’Università Bocconi.

Non partecipanti alla riunione dello scorso anno ma membri della Birldberg risultano essere anche Romano Prodi, Bill Clinton, Mario Draghi, Robert Zoclick e, notizia di questi giorni, sembra che il neo eletto Presidente francese Hollande sia simpatizzante della Bieldberg ed il suo Consigliere Speciale Manuel Valis ne è, invece, membro effettivo e convinto sostenitore dell’idea di formare uno superstato federale europeo a scapito delle attribuzioni e sovranità nazionali degli stati Membri. Introdotta la Bieldberg passiamo alla Trilaterale.

La Commissione Trilaterale (da Wikipedia) è un gruppo di studio non partitico e non politico fondato il 23 giugno 1973 da David Rockefeller Presidente della Chase Manhattan Bank. A differenza della Bieldberg, si propone, almeno apparentemente, come “una struttura aperta”, non vincolata a particolari obblighi di riservatezza e del rispetto esasperato della privacy delle riunioni.

Fanno parte della Trilaterale più di trecento membri, europei, giapponesi, statunitensi, appartenenti anche alla Società civile , tutti con una posizione professionale importante. Politici, intellettuali, uomini d’affari che hanno scelto la Commissione con lo scopo di facilitare la cooperazione internazionale con lo scopo di favorire la crescente interdipendenza fra gli Stati.

Nello statuto è previsto che i membri appartengano in maniera proporzionale a tre grandi aree geografiche del mondo, Europa, Giappone, Stati Uniti d’America ed è prescritto che chiunque ricopra cariche di governo deve lasciare la Trilaterale.

Molto significativa è la descrizione che fa della trilaterale il filosofo e sociologo francese Larochelle. “La cittadella trilaterale è un luogo protetto dove le tèchme è la legge e dove le sentinelle, dalle torri di guardia, vegliano e sorvegliano. Ricorrere alla competenza non è affatto un lusso, ma offre la possibilità di mettere la società di fronte a se stessa. Il maggiore benessere deriva solo dai migliori che, nella loro inspirata superiorità, elaborano criteri per poi inviarli verso il basso (Traduzione da Wikipedia dell”Immaginarie technocratique” di Gilbert Larochelle, Montereal 1990, pag. 279”. Ne fanno parte anche molte personalità italiane (fonte http://pensareliberi.com/2012/01/03/i-membri-italiani-della-trilateral-commission-e-il-gruppo-bilderberg/). Per citarne alcuni, John Elkann Presidente della Fiat, Maurizio Sella Presidente del gruppo Banca Sella, Enrico Tomaso Cucchiani, Amministratore Delegato di Intesa San Paolo Franco Venturini Giornalista del Corriere della Sera, Marta Dassù Sottosegretario di Stato del Ministero Affari Esteri del Governo Monti, Enrico Letta Vice Segretario del Partito Democratico. Il Presidente del Consiglio Mario Monti, prima della nomina di Governo risulta che abbia fatto parte della Commissione ricoprendo anche l’incarico di Presidente del gruppo europeo. Attualmente non compare più negli elenchi dei membri disponibili in rete.

14 maggio 2012 , ore 14,00

mercoledì 2 maggio 2012

Presidenza del COPASIR, una dimenticanza o solo un'altra stranezza dell'Italia di oggi ?

COPASIR, il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, è uno dei più importanti organi del Parlamento della Repubblica Italiana. Dal 2007 ha ereditato le funzioni del COPACO (Comitato Parlamentare di Controllo sui Servizi Segreti) costituito nel 1977 con il compito di vigilare che le attività dei Servizi venissero svolte nel rispetto delle finalità previste dalla legge.

È composto di cinque deputati ed altrettanti senatori, scelti dal Presidente del Senato e della Camera in modo da rappresentare proporzionalmente le principali forze politiche. Il Comitato è coordinato da un Presidente che viene eletto tra i componenti dei gruppi parlamentari dell'opposizione, per una precisa disposizione di legge. Le funzioni di vigilanza del COPASIR sono disciplinate dalla legge 3 agosto 2007 n. 124. In particolare, l'articolo 31 ne regola le funzioni di vigilanza e l’articolo 32 quelle consultive.

Il COPASIR vigila affinché tutte le attività di Intelligence finalizzate a garantire la sicurezza dello Stato, siano svolte nell’assoluto rispetto della Costituzione e delle leggi, nell’esclusivo interesse e per la difesa della Repubblica e delle sue istituzioni.

Nell’esercizio delle sue funzioni, il Comitato svolge periodiche audizioni del Primo Ministro, dei Ministri che fanno parte del Comitato Interministeriale per la Sicurezza della Repubblica (CISR), dei componenti del Dipartimento informazioni per la sicurezza (DIS), del Direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE) e del Direttore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (AISI). Può anche sentire personale non appartenente alle Agenzie di Sicurezza se ritenuti in possesso di informazioni utili alle funzioni di controllo del Comitato. In casi eccezionali, ha l’autorizzazione per sentire direttamente singoli funzionari del Sistema di Sicurezza dandone comunicazione preventiva al Presidente del Consiglio. Inoltre, l’organismo, se necessario, acquisisce documenti ed informazioni dall’Autorità giudiziaria o da altri organi inquirenti, anche relativi a procedimenti ed inchieste in corso ed in deroga al segreto di indagine.

Funzioni che hanno indotto il legislatore a formulare precise regole per la composizione della struttura, prevedendo la partecipazione bicamerale delle forze politiche ed affidandone il coordinamento ed in controllo ad un esponente dell’opposizione, per rendere il Comitato nettamente separato dall’Esecutivo.

Regole sempre applicate nel corso delle legislature, ma dimenticate negli ultimi 5 mesi, da quando in Italia nuove alleanze appoggiano l’Esecutivo ed un nuovo assetto politico caratterizza il Parlamento . Una maggioranza costituita dalle tre maggiori forze politiche del Paese, Pdl, PD e Terzo Polo, un’opposizione rappresentata principalmente da IdV e Lega.

La Presidenza del COPASIR non è stata però adeguata alla nuova realtà. parlamentare. E’ tuttora affidata all’Onorevole D’Alema, esponente di spicco del Partito Democratico, attualmente parte significativa della componente maggioritaria parlamentare.

Qualcuno ha dunque dimenticato di adeguare il COPASIR alla nuova realtà politica, nel rispetto della Costituzione e della legge.

Peraltro, in questi mesi, il Comitato non ha smesso di esercitare le sue funzioni. Secondo quanto riportato da uno dei principali quotidiani nazionali, infatti, l’organo per la Sicurezza presieduto dall’Onorevole D’Alema, ha svolto recentemente una delle previste audizione del Presidente del Consiglio in occasione della quale sono state trattate importanti tematiche come riferito dallo stesso D’Alema all’organo di stampa. “Con Monti abbiamo parlato di come portare avanti la riforma dei servizi, delle minacce che gravano sul Paese e di come migliorare il controllo parlamentare. Una circostanza che conferma l’importanza strategica del COPASIR, struttura altamente sensibile nell’ambito dell’organizzazione democratica del Paese, alla quale le Istituzioni dovrebbero dedicare la massima attenzione.

La professionalità dell’Onorevole D’Alema, la Sua imparzialità e la Sua competenza meritano il massimo rispetto e non si pone in discussione la Sua persona. Si rimane, però, perplessi sul perché lui stesso non abbia sentito l’esigenza di dimettersi, rammentando alle forze politiche che, alla luce del nuovo assetto politico nazionale, sarebbe stato quanto meno opportuno procedere alla sua sostituzione nella Presidenza del COPASIR.

Una dimenticanza che potrebbe però innescare pericolosi precedenti politici ed anche problemi oggettivi qualora il Comitato dovesse pronunciarsi su questioni di pertinenza urgenti, esprimendo la propria importantissima attività consultiva che potrebbe essere vanificata per “vizio di forma”. Forse sarebbe opportuno affrontare il problema rivedendo l’attuale struttura del COPASIR rispettando la consuetudine e le norme di Legge che finora ne hanno regolato la composizione.

Un Presidente che non faccia parte di una coalizione politica di maggioranza che appoggi l’Esecutivo rendendone possibili le funzioni . 2 maggio 2012, ore 07,00