La Asthon, baronessa inglese, ha in
varie occasioni dimostrato una personalissima interpretazione del concetto di
“Unione Europea”, distante, almeno all’apparenza, dallo spirito che invece dovrebbe
caratterizzare l’unione di Stati e di uomini di diverse Nazioni e tradizioni, uniti
dal senso di appartenenza all’Unione.
Anche nel caso della vicenda dei
due nostri Fucilieri di Marina in ostaggio dell’India l’approccio del Presidente
del Consiglio europeo degli “Affari esteri” non è stato quello che ci sarebbe
aspettato. Una risposta solo formale alla richiesta inviata da un significativo
gruppo di cittadini italiani che
auspicavano un’azione mediatrice nei confronti di Nuova Delhi perché fosse
rispettato il Diritto Internazionale nei confronti dei due militari italiani prigionieri
in India per ipotesi di reato universalmente
riconosciute di esclusiva competenza dello Stato di appartenenza.
Nella fattispecie, il portavoce della
Asthon ha comunicato, infatti, una serie di argomentazioni a dir poco “fumose”.
“Caro Gruppo Facebook Ridateci i nostri
Leoni…………. Permettetemi di aggiornarvi sulle azioni intraprese dalla EEAS in
considerazione del caso dei due marines detenuti. I nostri sforzi, sia a
Bruxelles che a New Delhi, si sono concentrati nel tentativo di aprire un
dialogo con l’India al fine di affrontare la questione sulla regolazione della
presenza di elementi armati a bordo di navi mercantili con l’intento di
proteggere da eventuali attacchi di pirateria……………, in seguito all’incontro tra
l’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di
Sicurezza nonché Vice-Presidente della Commissione Europea Catherine Ashton ed
il Primo Ministro Italiano Monti a cui si fa riferimento, l’Unione Europea ha
partecipato attivamente nella chiarificazione della legge applicabile ……..
Confidiamo in una rapida soluzione della situazione sulla base delle concordate
e riconosciute norme internazionali. Prendo atto che la questione è ora davanti
alla Suprema Corte dell’India in appello della decisione della Corte del Kerala
di perseguire i due membri del Battaglione San Marco. Non sarebbe corretto per
l’UE intervenire in una questione che è posta dinanzi alle competenti istanze
giudiziarie di uno Stato Straniero………………….”.
In sintesi, quindi, in questa
occasione la Asthon non ha voluto interferire su aspetti giudiziari gestiti da
uno Stato straniero. A distanza di qualche settimana la baronessa dichiara,
invece “I am very concerned», per l'impiccagione di un
terrorista in India”. Tale Ajmal Kasab, coinvolto nell’attentato di Mumbai del
2008, giustiziato due giorni orsono dopo
una condanna a morte per aver provocato l’uccisione di 166 persone fra cui moltissimi
cittadini indiani (ndr. Articolo pubblicato in data odierna dal
quotidiano “Il Giornale” - Fausto
Biloslavo - marò Tace sui nostri soldati, protesta per lo stragista giustiziato: «Sono
preoccupata»).
Due
prese di posizione assolutamente diverse. Oggi la baronessa dichiara grande preoccupazione
per una sentenza di un Tribunale di uno Stato sovrano, giudizio, peraltro, emesso nel rispetto del Codice Penale
nazionale che prevede la pena di morte a cui l’India recentemente, e con una
posizione ufficiale in ambito ONU, non
ha voluto rinunciare. Diverso, invece, l’atteggiamento di qualche settimana fa nei
confronti dei nostri due marò quando la Asthon avrebbe dovuto solo ricordare
all’India l’opportunità dell’applicazione di leggi internazionali e di
Convenzioni delle Nazioni Unite sottoscritte anche da New Delhi.
Nel
caso del terrorista l’Alto Rappresentante dell'Unione per gli
affari esteri è “concerned” per le
decisioni giuridiche di uno Stato sovrano e commenta di fatto una sentenza. Nella
vicenda dei due Marò preferisce, invece,
non interferire su vicende all’esame dei
Tribunali indiani.
Posizioni
totalmente diverse. La prima condivisibile in quanto contro la
pena capitale nel rispetto della vita umana. La seconda difficile da assorbire
nel momento che la titolare della politica estera europea non si è voluta
esporre a favore di cittadini dell’Unione.
Come cittadino italiano sono
onorato di vivere in un Paese che vede il Tricolore italiano esposto a fianco
della Bandiera dell’Unione Europea. Non posso però esimermi dall’esprimere
perplessità sulla dualità espressa dalla Rappresentante della Politica Estera
europea. Mi sarei aspettato dalla Asthon una posizione più definita ed inequivocabile nei confronti di due cittadini
europei, peraltro appartenenti ad una Forza Armata di uno Stato membro.
Determinazione nell’assumere
posizioni rivendicando il rispetto del Diritto Internazionale, avvalorando in
ambito internazionale le tradizioni garantiste e democratiche del Vecchio
Continente la cui affidabilità non può essere solo individuata sull’analisi di
parametri economici ma difendendo ed affermando il concetto di “Unione”, intesa
come coagulo di tradizioni, di valori
etici e di diritti comuni a tutti i cittadini che ne fanno parte.
23 novembre 2012 – ore 14.00
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