Massima
vicinanza al Direttore Sallusti, incondizionata solidarietà e grande disappunto
per chi utilizza la Giustizia per censurare o far tacere la libera espressione
di Pensiero, unica vera manifestazione di quella Democrazia a cui molti s richiamano,
spesso solo per riempirsi la bocca ed apparire
paladini di diritti, di fatto poi quasi mai oggettivati.
Altrettanto
stupore, dispiacere e quanto altro si possa esprimere senza rischiare di trascendere
in termini impropri, sull’iniziativa di
ieri del Quirinale di cui sono stati informati immediatamente i media considerando l’ampio risalto avuto
oggi dalla notizia.
Ieri,
domenica, il Quirinale ha convocato un
Ministro della Repubblica, quello della Giustizia, chiedendo tutta la
documentazione relativa ai fatti che hanno coinvolto il Dott. Sallusti per una
“mancata vigilanza nell’esercizio delle sue funzioni di direttore di un
quotidiano“ che è stata oggetto di sanzione penale.
Iniziativa
assolutamente opportuna, condivisibile ed apprezzabile, ma che nello stesso
tempo induce quesiti che mi permetto di ufficializzare al Quirinale confidando
nelle garanzie democratiche della nostra Costituzione.
Per i
nostri due Fucilieri di Marina indebitamente trattenuti da nove mesi in India, fermati ed imprigionati
nella loro veste di “Pubblici Ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni”,
sono stati forse convocati per consultazioni i Ministri degli Esteri e della Difesa
e sono stati acquisiti gli atti relativi all’intera vicenda ? In caso
affermativo perché non è stata data risonanza come per l’impegno sulla vicenda
Sallusti ?
Ed
ancora, quali iniziative ufficiali sono in corso nate e gestite per iniziativa
del Quirinale nel quadro dei contenuti dell’Articolo 87 della Costituzione, per
ottenere un’immediata risposta dell’India che da nove mesi sta meditando sul
piano giuridico ed a garanzia della sicurezza di tutti gli altri cittadini in
uniforme che per lo Stato operano in terre lontane ?
Quesiti
che sorgono spontanei in tutti i cittadini che, come chi scrive, soffrono per
la sorte di due connazionali costretti a subire atti vessatori ed indebiti da
parte di uno Stato estero. Militari italiani la cui sorte, per quanto noto, non
è ancora definita e che di fatto potrebbero essere ritenuti responsabili di un
reato perseguibile dall’India con la pena di morte.
Italiani
che vorrebbero essere informati ben oltre le cicliche istituzionali dichiarazioni di circostanza o le
flebili e sommesse parole di vicinanza. Una risposta forse dovuta nel rispetto
della garanzia dei diritti che uno Stato democratico deve assicurare al suo popolo.
Quegli
stessi cittadini che forse non propongono idee come lamentato dal Capo dello
Stato proprio perché tenuti all’oscuro di quanto sta avvenendo. Proporre al
buio, infatti, è una prassi del gioco d’azzardo, non applicabile in situazioni
in cui sono pesantemente coinvolti due nostri connazionali.
3
novembre 2012 – ore 14.00
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