Massimiliano Latorre e Salvatore Girone
trascorreranno il Natale ed il Capodanno a Delhi, insieme alle loro famiglie ma
lontani da tutti gli altri affetti tradizionali che si ama convivere in questo
particolare periodo dell’anno. L’amore per la propria, per gli amici, per tutti
i famigliari, per la Patria intesa come custode
dei valori che fanno grande un Paese.
I due Fucilieri della Marina Militare saranno, invece,
costretti a rimanere a Delhi, in
ostaggio di uno Stato che non rispetta il più elementare dei diritti previsti
dalla normativa internazionale e da quella consuetudinaria. Uno Stato, l’India,
che si è appropriata della libertà dei nostri militari dopo che l’Italia li ha
estradati per la terza volta riconsegnandoli al giudizio penale di un Tribunale
Speciale indiano, nonostante che nell’ordinamento locale fosse prevista la pena
di morte. Un atto deciso dall’Esecutivo nel marzo 2013, sembra e per quanto noto, al fine di non compromettere i rapporti commerciali con
l’India. Una svendita di due servitori dello Stato anche e soprattutto
superando vincoli previsti dalla nostra Costituzione.
In questo contesto sicuramente non trasparente e comunque
tutto da chiarire leggiamo improvvisamente due Agenzia stampa che riportano il
pensiero del Ministro degli Affari i Esteri italiano.
La prima espressione di una meditazione ancora una volta
di speranza, ma priva di ogni certezza:
“La loro vicenda in una fase delicata, speriamo finale'
(ANSA) - ROMA, 18
DIC - I due maro' non hanno "neanche chiesto una licenza per Natale e
saranno le loro famiglie a passare una parte delle vacanze con loro a New Delhi
perche' non l'hanno ritenuto" opportuno in "questa fase delicata che
speriamo finale". Lo ha detto il ministro degli Esteri Emma Bonino,
rispondendo a RaiNews ad una domanda sui due fucilieri di Marina.”
Solo una precisazione alla Ministra, i due militari non
hanno chiesto la licenza confermando ancora una volta la loro fierezza di essere
soldati, cittadini in uniforme che
nonostante tutto guardano a testa alta al loro futuro come ho scritto il 3
marzo 2012 all’inizio di questa vicenda : http://fernandotermentini.blogspot.it/2012/03/la-fierezza-di-rappresentare-il-proprio.html
“Maro': Bonino, non reagiro' a insulti, ma sempre
sgradevoli
(ANSA) - ROMA, 18
DIC - "Mi sono imposta di non reagire agli insulti e di non fare polemiche
finche' non saranno a casa, poi chi vorra' aprire il dossier lo fara'".
Cosi' il ministro degli Esteri Emma Bonino ha parlato della vicenda dei due
maro' italiani trattenuti in India, a Rainews24. "Per il momento - ha
aggiunto - questo e' il mio impegno quotidiano, detto cio' gli insulti sono
sgradevoli lo stesso".
Ne prendiamo atto dispiaciuti per il disagio della
dottoressa Bonino, anche se non crediamo che possibili critiche o non
condivisioni di pensiero, possano in
qualche modo rappresentare un insulto. Semmai dovrebbero significare spunti di
meditazione per un confronto sereno e democratico delle posizioni reciproche
anche se divergenti.
Rimaniamo perplessi, invece, leggendo la frase “poi chi
vorrà aprire il dossier lo farà”. Un dire poco trasparente, forse suggerito al
Ministro del rispetto della “secret diplomacy” sino ad or applicata nella vicenda,
proposto, peraltro, con toni che oserei affermare di provocazione se non di
avvertimento.
Ebbene, dottoressa Bonino, chi scrive è pronto ad aprire i
dossier ed approfondire i contenuti per individuare responsabilità o leggerezze
decisionali che hanno contraddistinto fin dall’inizio l’intera vicenda.
A partire da chi nella notte tra il 15 e 16 febbraio 2012 ha condiviso con
l’Armatore della Lexie la decisione di far rientrare la nave in acque
territoriali indiane, per arrivare ai
motivi che hanno indotto i responsabili della gestione della vicenda a far
rientrare in India il 22 marzo u.s. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ,
forse dimenticando o sottostimando i vincoli costituzionali e del Codice Penale
in tema di estradizione. In particolare le sentenze della Suprema Corte n. 223 del 27 giugno 1996, n. 45253 del 22 nov. 2005,
Cc. Dep. Il 13 dic. 2005,
Rv, 232633 e da quanto sentenziato dalla Sez. VI il 10 ottobre 2008 n. 40283,
dep. 28 ottobre 2008 su chi e come si deve decidere
un’estradizione.
Non si
può, quindi, che concordare con la Ministro Bonino.
I dossier devono essere aperti e resi pubblici condividendone
i contenuti con i cittadini che ne facciano richiesta ed evitando di
trincerarsi dietro un non chiaro decreto interno al MAE (n. 604 del 7 settembre
1994) oppone motivi ostativi alle regole di trasparenza ricorrenti invece nella
Pubblica Amministrazione, come avvenuto varie volte a richieste di accesso agli
atti di chi scrive .
A tale
riguardo, un’occasione è stata persa anche quando sono state operate palesi
forme di censura, come espressamente pubblicato a http://fernandotermentini.blogspot.it/2013/12/i-misteri-della-pagina-del-ministro.html,
nei confronti di chi tentava proprio di
entrare a fondo nella vicenda, attraverso interventi o quesiti proposti nella
pagina di FB del Ministro Bonino
Se invece la frase “non fare polemiche finche' non saranno a
casa, poi chi vorra' aprire il dossier lo fara'", rappresenta un non meglio definibile
avvertimento, sarebbe auspicabile che la Ministra esca dal Suo ermetismo e
spieghi cosa significa in realtà la Sua affermazione.
Infatti, in
una democrazia moderna come non sono accettabili gli “insulti” non è
altrettanto assolutamente condivisibile la mancanza di trasparenza e chiarezza
in una frase di una Rappresentante istituzionale dello Stato.
Valori etici
come ripetutamente espresso dalla stessa la dottoressa Bonino
durante la Sua lunga militanza politica, che rappresentano i punti basilari che
contraddistinguono uno Stato di diritto, garante di una democrazia evoluta.