Centinaia
di Agenzie, decine di articoli (non c’è testata nazionale che oggi non parli
della questione), toni di meraviglia di politici smarriti di fronte a questo
inaspettato volta faccia dell’India, tutta gente forse fino ad ora vissuta in un
altro pianeta. Realtà invece note e prevedibili fin da quel fatidico 22 marzo
2013 quando l’Esecutivo presieduto dal Senatore Monti decise di restituire due
cittadini italiani all’indebito giudizio di uno Stato Terzo, anche non tenendo
conto di vincoli imposti da sentenze della Suprema Corte italiana.
Meraviglia
che l’India oggi ancora parlasse di pena di morte quando invece non doveva
esserci sorpresa nel momento che dopo pochi giorni dall’avvenuta estradizione, The
Hindu ci informava che "Il primo ministro Singh ha anche detto che, alla
luce delle indagini in corso, sarebbe prematuro esprimere un parere su aspetti
specifici” e non dà nulla di certo sulle garanzie date dal Governo indiano che,
peraltro, come più volte giustamente ribadito non ha influenza sul potere
Giudiziario. (http://www.dnaindia.com/india/1820653/report-italian-pm-calls-up-manmohan-singh-discusses-marines-issue).
Il
Senatore Monti responsabile dell’Esecutivo, in quella occasione, probabilmente nel dubbio che avesse sopravalutato
la garanzia indiana chiamava Singh, come riferito dall’Hindustan Times “Concerned Italian PM calls up Singh”, che
non è azzardato rendere in italiano con un “Interessato (Preoccupato ?) PM
Monti chiama di nuovo Singh”.
Sarebbe
stato, invece, utile approfondire in precedenza la validità delle assicurazioni
ribadite varie volte dal dott. de Mistura sulla garanzia della non applicazione
da parte indiana della pena capitale, sulla base di una mera dichiarazione
sottoscritta dall’Addetto di Affari indiano presso l’Ambasciata di Roma.
Il 28
aprile 2013 si insedia il Governo Letta, la gestione della Farnesina viene
affidata alla dottoressa Emma Bonino e
di lì a qualche giorno viene dominato l’italo / svedese dott. Staffan de
Mistura Commissario di Governo responsabile della gestione della vicenda dei
due Marò in ostaggio dell’India.
Da quel
momento quasi ogni giorno decine di dichiarazioni , parole e solo parole palesemente
di circostanza che nel tempo hanno dimostrato assoluta carenza di contenuto
oggettivo. Frasi imprestate dall’uno all’altro rappresentante istituzionale, che esprimevano certezza di soluzione rapida,
auspicio di processo equo, assoluta certezza di non applicazione da parte
indiana della pena di morte, per arrivate alle dichiarazioni del Vice Ministro
degli Esteri Pistilli che ci informa di “regole di ingaggio concordate con
l’India” e di una soluzione della vicenda condivisa con Delhi .
Il
Ministro Bonino si limitava a ricordarci ogni tanto che il Governo e la
Farnesina seguivano il problema attentamente e con assoluto impegno. La stessa che
decideva di disertava l’India in occasione di importanti impegni internazionali
come la riunione
Europa - Asia (ASEM) e rinunciava a recarsi a Delhi come
segno di vicinanza ai due militari in difficoltà, preferendo di trascorrere il Capodanno in Senegal per
verificare “aperture nei diritti delle donne nella cultura e nelle infrastrutture”.
Un
Ministro che sceglieva di seguire tematiche particolari piuttosto che esprimere
la valenza italiana nel mondo, come quando il 12 dicembre lodava “l’Uruguay per
la liberalizzazione della cannabis”, il 6 settembre attaccava la Russia per le
leggi restrittive sui gay e si preoccupava della sorte di quattro scalmanati italiani arrestati in Polonia per
comportamenti non coerenti alla legge locale in occasione di un evento
sportivo.
Verso i
nostri due marò, fra le tante parole diluite nel tempo, solo una precisa dichiarazione “Non è provata
l’innocenza dei due Marò”, chiara
negazione anche dello Stato di Diritto.
Ieri,
improvvisamente sembrava che il nostro Ministro degli Esteri si fosse accorta
che forse era opportuno un suo impegno in prima persona come Ministro degli
Esteri. Attraverso un’Agenzia ci informava che ci sarebbe stata una Riunione a
Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio al termine della quale ci sarebbe
stato un comunicato.
(ASCA) - Roma, 9 gen 2014 - Il
presidente del Consiglio Enrico
Letta e il ministro degli Esteri, Emma Bonino, si riuniranno
oggi alle 16,30 per discutere degli ultimi sviluppi sul caso maro'. Lo ha
comunicato la stessa titolare della Farnesina, spiegando che al termine
dell'incontro sara' diramato un comunicato.
Stamane, i media indiani hanno parlato di
un'intesa raggiunta in India a livello inter-ministeriale, secondo cui per i
due fucilieri di Marina si riproporrebbe lo scenario della pena di morte.
Poco dopo, lo stesso ministro dell'Interno,
Sushil Kumar Shinde, ha fatto sapere che il governo indiano non ha ancora
deciso se consentire alla Nia di procedere contro i due maro' in base al 'Sua
Act', la speciale legge marittima che prevede la pena capitale in caso di
omicidio, ma lo fara' ''in due o tre giorni''.
Il Comunicato c’è stato, lo ha
rilasciato il Presidente del Consiglio ricorrendo, comunque, alle consuete parole di
circostanza, “Roma, 10 gen - Il governo italiano ribadisce la sua posizione e
il premier Enrico Letta
definisce "inaccettabile" l'ipotesi di applicazione della pena di
morte per i due Marò italiani trattenuti in India Massimiliano Latorre e Salvatore Girone ”.
La responsabile della Farnesina,
invece, continua a rimanere nell’ombra quasi disturbata di doversi occupare di
due militari, figure sociali a Lei da sempre poco simpatiche.
Continua a tacere e si ha il sospetto che lo faccia
perchè non ha nulla da raccontarci a
meno di ammettere che forse quando ha affermato e pubblicato sulla sua pagina
di FB di essere quotidianamente impegnata a seguire la sorte di 10.000 italiani
in difficoltà all’estero, ha sbagliato i
conti. Il numero reale è 9.998 !
1 commento:
ESATTA E PRECISA DISAMINA DEI FATTI... Bravissimo.....complimenti..
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