Una serie di annunci a
cominciare da quello del Presidente Napolitano che ha telefonato ai Marò dicendo loro “ritornerete
con onore”, come ci ha riferito Gasparri dopo un incontro al Quirinale, notizia riportata sul Fatto Quotidiano.
Anche il Ministro degli Esteri
Bonino in questi giorni ha abbandonato il suo silenzio che ha caratterizzato
dal 28 aprile u.s. il suo approccio alla vicenda specifica e incita l’Italia ad
essere unita.
Il 28 gennaio partecipando alla
trasmissione radiofonica Zapping 2.0 ci dice "Tutto il paese e' teso ad
affermare che siano applicate le regole dello Stato di diritto ai due maro '".
Aggiunge nella stessa occasione "Credo che su questo dossier ciò che e' molto importante è l'unita' italiana,
lasciando per dopo la ricostruzione di quanto è accaduto".
Un Ministro improvvisamente
loquace dopo tanto tempo che aggiunge “E' stato fissato per il 3 febbraio il
termine per presentare il capo
d'imputazione, "punto sostanziale" fatto valere con un nuovo ricorso
alla Corte Suprema, dopo che una
delegazione di parlamentari italiani appartenenti a tutti i gruppi è andata a
Nuova Delhi per riportare l'attenzione sulla vicenda di Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone.
Ed ha concluso "Tutto il paese è teso ad affermare la dignità e lo Stato di
diritto applicato ai nostri due marò", dimenticando però che Lei stessa aveva in
precedenza parzialmente negato questa garanzia con la frase “Non è accertata
l’innocenza dei due Marò”, pubblicata da Repubblica il 19 settembre 2013.
Oggi, nonostante le ottimistiche
previsioni, l’ennesimo rinvio, forse il 26° da quando è iniziato tutto. Il
giudice della Corte Suprema Bs Chauhan, ha rimandato l'udienza a lunedì prossimo, ponendo alla
pubblica accusa un limite non estendibile di una settimana per presentare una
soluzione sulle modalità di incriminazione dei Marò.
Il Commissario di Governo de
Mistura presente all’udienza ci dice da Delhi "La Pubblica accusa non può
più giocare con i tempi. Abbiamo ricordato tramite il nostro avvocato che ci
sono stati 25 rinvii giudiziari senza un pezzo di carta".
Aggiunge anche "Prima l'unica linea rossa era il non
utilizzo del Sua Act. Ora anche lo sono diventati anche i ritardi". Alla
domanda su cosa farà se si dovesse rinunciare al Sua Act, sorridendo ha
risposto "ve lo dirò lunedì ", dopo aver precisato che sarà di nuovo
nell'aula della Corte Suprema.
Dichiarazioni e solo parole che
si aggiungono alle tante finora dette, ma che non chiariscono perché ancora non
si ricorra all’Arbitrato internazionale, unica via per costringere l’India ad
una comportamento improntato al rispetto reciproco della sovranità di due
Stati.
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